È tempo di un approccio maturo e realistico alla questione climatica: non per sminuirla, ma per smettere di farne un totem e affrontarla fattivamente. Le "narrazioni" correnti sul tema hanno fatto il loro tempo. L'approccio allarmistico alla lunga provoca rigetto e assuefazione. Quello utopico – la transizione energetica come pasto gratis, il clima come nuova ideologia unificante che surroga la (geo)politica – è smentito dai fatti. Ora che anche la scienza ci dice che le soglie prefissate (+1,5-2° sui livelli preindustriali) saranno verosimilmente superate, bisogna ragionare in termini di adattamento senza per questo abbandonare gli sforzi di mitigazione. Un approccio geopolitico al tema climatico parte inevitabilmente dalla peculiarità dei contesti: impatto dei cambiamenti in base a latitudine, ubicazione geografica, caratteristiche orografiche e socioeconomiche, quantità e qualità di risorse a disposizione per contrastarlo. La collaborazione economico-tecnologica con paesi più poveri e meno attrezzati può configurare un valido strumento di politica estera, oltre che climatica? L'11° volume di Limes del 2024 affronta questo e altri aspetti in un'ottica analitica per fare il punto sui fenomeni climatici, evidenziarne gli impatti geostrategici e contribuire al dibattito sulle possibili soluzioni. Il volume è diviso in tre parti.
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